Il brand? Praticamente tutto per un’azienda, sia che si parli di PMI che di grandi imprese. È la percezione che le persone hanno di essa. Attenzione però, il brand può dover cambiare in modo relativamente veloce ed è necessario quindi saper fiutare quando è il momento di fare rebranding.
Arriva per tutti il momento in cui c’è da rivalutare la propria immagine generale! Rebranding è il termine che indica tutto questo. Può avvenire in vari modi: cambio del marchio, dei colori, del payoff o di tutti questi aspetti messi insieme.
Il brand ha bisogno di stare al passo con i tempi!
Tuttavia rebranding non è necessariamente creare marchi o payoff ex-novo. Al contrario, esso può avvenire anche rispolverando marchi vecchi rivisitandone il design in chiave moderna. Sono tante le aziende che ad esempio hanno riesumato il marchio o il payoff storico perché volevano rilanciare il messaggio di tradizione.
Potremmo quindi precisare che fare rebranding significa ridefinire in chiave moderna la propria immagine in base al mercato, al proprio target, o ancora al messaggio aziendale che si vuole mandare.
I principali motivi per fare rebranding
Capire quando è arrivato il momento di fare rebranding in realtà è una cosa che si rivelerà automatica. È come un interruttore che si accende. Non è però una cosa da prendere alla leggera, il rebranding è una strategia da ponderare e da attuare con attenzione. Il cambio di brand è infatti una cosa che intaccherà tutte le strategie marketing e di conseguenza tutti gli aspetti della tua azienda.
Esistono vari motivi per cui si può intraprendere un percorso di rebranding. Vediamo insieme con degli esempi quali sono i più comuni!
Aggiornamento stilistico del brand
Questo è il motivo più comune. Il brand deve cercare sempre di stare al passo con i tempi! Il mondo d’oggi ci mette di fronte a repentini cambiamenti e stravolgimenti, anche il brand deve quindi saper cambiare. Facciamo un esempio, un logo degli anni 80 che a quel tempo era attuale, molto probabilmente nel 2021 non lo è più. Le tendenze di design e gli stili cambiano anch’essi molto velocemente. Non per questo fare rebranding deve significare stravolgere il marchio, a volte può essere semplicemente necessario dare una rinfrescata, un cambio di colori ad esempio, oppure di linee. Devi saper essere contemporaneo!

Nel caso di Cremeria Opera, gelateria di Lucca, il brand aveva la necessità di rivedere la direzione stilistica in modo che fosse più in linea con la propria filosofia, mantenendo alcuni degli elementi del marchio invariati per non intaccare la riconoscibilità del brand già presente da anni sul mercato.
Abbiamo riprogettato quindi il logo fondendo due stili tipografici contrapposti che andassero a comunicare l’anima di questo brand. Da una parte l’artigianalità e l’attenzione nella scelta di materie prime selezionate, dall’altra la professionalità di uno staff qualificato e sempre attento al dettaglio. Così, “naturali per gusto” conquista una sua dimensione calligrafica, fatta a mano, in contrapposizione a un contesto visivo molto professionale, dove la luce gioca un ruolo fondamentale. Una rivoluzione creata sulle caratteristiche del brand.

Problematiche tecniche del marchio
Può capitare poi che il marchio abbia delle oggettive problematiche tecniche: riproducibilità, dimensioni ridotte, sfumature che non possono essere riprodotte, adattamento al mondo digital. Questi sono tutti aspetti abbastanza comuni e possono essere dovuti a diversi motivi: è stato fatto dal cugino del cugino, sono stati realizzati a mano perché nel momento in cui è stato costituito il marchio non esistevano ancora le tecnologie di oggi, è stato perso il file ed è stato ritracciato in modo un po’ impreciso, o ancora può succedere che all’interno dell’azienda qualcuno prenda l’iniziativa di fare proprie personalizzazioni. Segnati la frase che segue:
Il marchio deve seguire determinate linee guida, se non rispettate, si rischia di fare un brutto lavoro!

Vediamo per questo aspetto l’esempio di Filotto, azienda di Pisa nel settore dell’illuminazione. Il marchio presentava diverse problematiche tecniche: molte linee non riproducibili, per tratti, colori e spessori differenti. Un marchio del genere si adatta con difficoltà a diversi fondi, pensa ad esempio se tu dovessi realizzare un timbro o un ricamo su una maglia, non sarebbe fattibile!
Come siamo intervenuti? Ci siamo focalizzati sul concetto al quale ruota attorno Filotto. L’azienda si è definita produttrice di “lampade per sognatori“. La luce passa in secondo piano per dare spazio alla creatività. Così la silhouette del fondatore diventa una vera e propria lampadina. Il colpo di genio. L’illuminazione che si inserisce all’interno del logo. Un marchio calligrafico, dinamico, frizzante e creativo. Un nuovo modo di comunicare. Diretto e deciso, marcato e determinato, spesso ironico e ispirato dal momento. Da un sogno per un sogno. Filotto: Lampade per sognatori!
Principi del brand non più rispettati
Il brand come evidenziato nell’introduzione dell’articolo è ciò che caratterizza un’azienda ed è la percezione che le persone hanno di essa. Dietro a ogni brand ci sono dei valori, che sono i capisaldi dell’azienda. Questi valori nel corso del tempo possono anche cambiare, o semplicemente se ne possono aggiungere di nuovi. L’ obiettivo deve essere ovviamente quello di comunicare questi valori al target di riferimento. Diviene quindi necessario che anche il brand segua questo cambiamento. L’utente deve saper riconoscere la tua identità aziendale.

Mevas, azienda operante nel settore del cartario, non aveva una direzione comunicativa. Siamo partiti dalla base chiedendoci: quali sono i principi di questo brand? La risposta era il gruppo, l’insieme di persone che grazie al loro impegno ed esperienza portano al successo la realtà.
Abbiamo cercato quindi di trasmettere questo principio nel brand. Adesso il simbolo è un triangolo che rappresenta il vapore dell’acqua (elemento chiave della produzione) e che emerge dall’insieme di puntini, i quali identificano l’insieme delle persone che fanno parte dell’azienda.
Evoluzione sostanziale dell’azienda
Può capitare nel corso della storia di un’azienda, che questa subisca dei cambiamenti sostanziali. Stiamo parlando ad esempio di acquisizioni di altre aziende, ampliamento dell’azienda, cambio delle persone al comando, immissione sul mercato di nuovi prodotti o cambio stesso del mercato. È inevitabile che anche l’identità aziendale cambi – e questo a volte potrà portare beneficio! Il brand deve sempre stare al passo di queste evoluzioni per rispecchiare l’identità aziendale.

Alpipan è nata come azienda locale che produceva prodotti gluten free. Fino ad oggi appariva come un forno caldo, artigianale. In realtà dopo il sopralluogo in azienda, ci siamo accorti che la loro è una realtà evoluta 4.0, e che fa della sicurezza e della tecnologia il suo punto di forza: nastri trasportatori, camere sterili, tutto curato maniacalmente per assicurare una produzione gluten free sicura al 100%.
Tutto questo da un punto di vista di brand non veniva percepito. Il logo era ancora legato alla “veste” originale dell’azienda, e l’evoluzione sostanziale di Alpipan nel corso degli anni non era quindi più rappresentata.
Abbiamo ripreso il marchio e lo abbiamo “ripulito”, snellito. Il simbolo è stato stilizzato e la sfumatura accantonata. Adesso il brand è pienamente rispecchiato dal marchio.
Target di riferimento non intercettato
Come cambia l’azienda, può anche cambiare il target di riferimento. Se prima il target era solamente uno, può capitare che adesso ci si voglia rivolgere anche ad un nuovo settore. Anche il brand deve essere pronto per sposarsi con questa new entry, altrimenti rischierà di non arrivare! Sempre porsi la seguente domanda: tutto il mio pubblico percepisce la mia identità?

Bianchi Dino, azienda di articoli decorativi, oltre a riferirsi al mondo b2b ha deciso di spostarsi anche sul consumer. Era necessario far capire che sono presenti ampie gamme di prodotto, che spaziano dalle piante, agli articoli da tavolo, alle decorazioni natalizie e chi più ne ha più ne metta. Il marchio precedente non lasciava intendere nulla di tutto questo. Oltre ad essere fortemente legato ad uno stile ormai passato, anche il payoff non caratterizzava la realtà nel migliore dei modi.
Abbiamo quindi rivisto il marchio, fin della sua forma, ed abbiamo scelto il cerchio. All’interno sono stati rappresentati in outline diversi prodotti, che indicano le varietà che possono essere trovate da Bianchi Dino. Anche il payoff è stato cambiato, adesso “nel tuo spazio” avvicina l’azienda al consumatore, che si tratti di un negozio o di una persona in cerca di elementi di arredo e decoro per la propria casa. Infine abbiamo voluto strizzare un occhio anche all’esperienza che dal 1970 caratterizza questa realtà.
Il brand si rivolge sempre alla clientela business, ma da adesso è aperto anche al consumer. In un modo più caldo, più umano.
Il rebranding da solo non basta, occhio anche alla strategia comunicativa!
Fare un rebranding senza curare poi ogni singolo step per comunicarlo all’esterno non è sufficiente. A ogni rebranding deve infatti seguire una strategia comunicativa, è un passaggio fondamentale! Cosa significa?
È necessario che la comunicazione del nuovo brand venga fatta in modo coordinato su tutti gli strumenti online ed offline.
Definisci bene come, quando e dove uscire! E attenzione, esci con la nuova immagine solo quando sarai pronto con tutto il materiale.
La comunicazione è ciò che consentirà di far esplodere le tue performance aziendali. Se il rebranding non viene affiancato da una strategia comunicativa, rischia addirittura di avere un effetto contrario, danneggiando la tua attività invece di dargli nuova linfa. Un disastro completo che ti suggeriamo di evitare assolutamente!
Il rebranding è un momento molto importante nella vita di un’azienda, merita quindi i giusti accorgimenti! Se sei convinto che è giunto il momento di fare rebranding, non farti prendere dalla fretta. Hai acquisito consapevolezza che c’è qualcosa che non va, è fondamentale adesso prenderti tutto il tempo necessario per valutare ogni singolo dettaglio iniziando col rivolgere lo sguardo all’interno della tua azienda. Capisci prima chi sei, cosa vuoi e come vuoi che arrivi agli altri. Solo a questo punto sarai pronto per iniziare un percorso di rebranding che si rivelerà davvero efficace!
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